I fratelli Cantagallina Antonio e Remigio nella loro ‘’ultima cena’’hanno risolto il problema dell’apostolo mancante ponendo dietro quella che dovrebbe essere la Maddalena un personaggio con un vassoio in mano in atto di dover servire una pietanza a tavola.
In basso a sinistra di chi guarda il quadro un cofanetto porta sale con la sua punta indica la Maddalena.
Giuda raffigurato nella canonica iconografia con i denari nella mano, nel borsina dei soldi è raffigurato un divoletto, sotto la sedia di Giuda vi è un diavoletto fiammeggiante un cane bianco a macchie rosse rappresenta anche esso il diavolo (anzi è il vero diavolo) e i tre diavoli simboleggiano l’aria (il diavoletto della borsina) , il fuoco (il diavoletto fiammeggiante) e la terra (il cane macchiato) , i Cantagallina trovavano attraverso la simbologia il modo di far viaggiare nel tempo quello che pensavano dei preti cioè che erano dei tristi personaggi che ti facevano odiare dio la trinità e tutto il carrozzone triste e stanco che si trascinava con il suo spettacolo di santi dottori della chiesa imprimatur ed inquisizione.
Due apostoli sono seduti a sinistra seduti su una panca decorata con il bafomet dei templari e con le armi (il simbolo) dell'ordine monastico dei camaldolesi con un calice al centro, chiaro riferimento al santo grall-
Da tutto questo teniamo presente che i fratelli Cantagallina non amavano molto gli ecclesiastici, a causa dell’imprimatur che li costringeva a continui ritardi nelle pubblicazioni.
Antonio e Remigio Cantagallina erano principalmente degli incisori e i loro quadri sono molto rari.
Nei diari di Francesco Redi sono citati come suoi maestri di disegno, essi non pretesero nessun compenso dallo scienziato aretino, nel diario è annoverato che il Redi ogni tanto per sdebitarsi gli elargisse delle specialità alimentari.Erano anche i primi vagiti di un uomo moderno si stava aprendo la strada del 700 e della fine del medioevo che farà crollare il pulpito che chiude la finestra della conoscenza alle spalle del Cristo.
La cosa affascinante del quadro è il diavoletto rappresentante l’aria che data la sua collocazione ricorda il diavoletto di Cartesio . E' nei tre diavoli il terzo è il cane che fedele amico dell'uomo non può fermare il disegno divino e guarda la scena consapevole ma impotente davanti al fato già scritto.Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; ''la natura infatti non si vince se non ubbidendole''| (da Cogitata et visa di Bacon)
Carlo Marino Buttazzo
nello stesso museo troverete anche http://buttazzocarlomarino.blogspot.com/2012/03/la-di-piero-della-francesca-sansepolcro.html
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