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lunedì 2 giugno 2025

Il DDL " Sicurezza" e le leggi antimafia

La questione del perché un governo possa prioritizzare un DDL Sicurezza con un certo taglio, piuttosto che inasprire le leggi antimafia esistenti, è complessa e può essere analizzata sotto diversi profili: politico, sociale, e strategico. Le priorità politiche e la percezione della sicurezza * Risposta a un'esigenza percepita: Spesso, i DDL Sicurezza nascono dalla necessità di dare una risposta immediata a una percezione di insicurezza diffusa tra i cittadini, spesso amplificata da fatti di cronaca o da discorsi pubblici che enfatizzano fenomeni come microcriminalità, disagio sociale, o disordini durante manifestazioni. Inasprire le pene per reati che colpiscono direttamente la vita quotidiana dei cittadini (furti, occupazioni abusive, blocchi stradali) può generare un senso di maggiore protezione e ordine, anche se gli effetti reali sulla sicurezza complessiva possono essere dibattuti. * Consenso elettorale: Le misure "securitarie" tendono a godere di un certo consenso in ampie fasce dell'elettorato, in particolare tra chi chiede maggiore "pugno duro" e meno tolleranza verso condotte percepite come distruttive. Un DDL Sicurezza con un approccio repressivo può quindi essere visto come una mossa politica efficace per consolidare il proprio bacino elettorale e rassicurare l'opinione pubblica. * Ideologia politica: Le forze politiche di destra, che spesso sono al governo quando si propongono DDL Sicurezza di questo tipo, tendono a privilegiare un approccio alla sicurezza basato sulla repressione, sulla certezza della pena e sull'ordine pubblico. La sicurezza viene intesa principalmente come assenza di disordine e di violazione delle norme, piuttosto che come un insieme di condizioni sociali ed economiche favorevoli. Le critiche alle leggi antimafia e le loro complessità Le leggi antimafia in Italia sono tra le più avanzate al mondo, ma anche il loro inasprimento o la loro implementazione presentano sfide e problematiche: * Difficoltà nell'applicazione e complessità normativa: Il contrasto alla mafia richiede strumenti estremamente sofisticati (intercettazioni, sequestro e confisca di beni, protezione dei collaboratori di giustizia, analisi delle infiltrazioni economiche). L'inasprimento delle norme esistenti non è sempre la soluzione, se non si migliorano anche le capacità investigative e la cooperazione tra le diverse forze dell'ordine e la magistratura. Anzi, a volte l'eccessivo inasprimento può rendere le norme difficili da applicare o portare a questioni di costituzionalità. * Lotta "silenziosa": L'azione antimafia è spesso meno visibile e meno "spendibile" a livello politico immediato rispetto a misure che intervengono su fenomeni di ordine pubblico. Le operazioni antimafia sono complesse, durano anni e spesso si svolgono lontano dai riflettori, pur essendo fondamentali per la sicurezza a lungo termine del paese. * Infiltrazioni e connivenze: Il problema delle mafie non è solo di natura penale, ma anche socio-economica e politica. Inasprire le leggi è utile, ma non risolve il problema delle infiltrazioni nel tessuto economico-sociale e delle eventuali connivenze a vari livelli, che richiedono un'azione culturale, politica e di controllo ben più profonda. * Codice antimafia e sue criticità: Sebbene il Codice delle leggi antimafia sia uno strumento potente, ci sono sempre dibattiti sulla sua attuazione e sull'efficacia di alcune sue parti. Ad esempio, le interdittive antimafia, sebbene fondamentali per bloccare le infiltrazioni nell'economia, sono spesso oggetto di ricorsi e discussioni sulla loro applicazione e sui diritti dei soggetti colpiti. Non si tratta tanto di inasprire, quanto di rendere più efficaci e rapide alcune procedure. * Misure preventive vs. repressive: Le leggi antimafia sono in gran parte preventive (sequestro e confisca di beni, misure di prevenzione personali) oltre che repressive. Spesso i DDL Sicurezza tendono a focalizzarsi più sulla repressione di reati "visibili" e sulla percezione di ordine, piuttosto che su un'azione preventiva e di lungo periodo contro fenomeni criminali complessi come la mafia. Differenza di approccio In sintesi, la decisione di spingere un DDL Sicurezza con un certo focus, piuttosto che inasprire le leggi antimafia, può nascere da: * Priorità politiche e mediatizzazione: Il DDL Sicurezza risponde a una domanda di sicurezza più "visibile" e immediatamente percepibile dai cittadini, e si presta meglio a una comunicazione politica di "risultati" rapidi. Le leggi antimafia operano su un piano più profondo, meno spettacolare, ma strutturalmente più rilevante. * Target diversi: Il DDL Sicurezza mira a colpire comportamenti che generano disordine sociale o microcriminalità, ma anche il dissenso o le proteste. Le leggi antimafia sono specifiche per il contrasto alla criminalità organizzata. * Strategie di controllo sociale: Alcuni critici sostengono che i DDL Sicurezza, con il loro focus sulla repressione di manifestazioni, occupazioni e "resistenza passiva", possano essere utilizzati non solo per garantire l'ordine, ma anche per limitare il dissenso sociale e la libertà di espressione, aspetti che raramente sono l'obiettivo primario delle leggi antimafia. Non è un'alternativa secca tra "sicurezza" e "antimafia", ma piuttosto una questione di quali aspetti della sicurezza un governo decide di privilegiare e con quali strumenti. Le critiche della sinistra spesso evidenziano come l'attuale DDL Sicurezza possa avere un impatto negativo sui diritti civili, mentre l'efficacia sul fronte della sicurezza reale (intesa anche come contrasto alla criminalità organizzata) non sarebbe garantita, o comunque non sarebbe la priorità principale.

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