La sequenza dei dipinti visitando il "Museo pinacoteca Comunale" di Sansepolcro possiamo vedere come una sequenza di simboli lasci capire come la filologia delle immagini abbia una logica.Nella sala della torre vi e' un affresco che raffigura santa Caterina di Alessandria una santa esistita solo nella fantasia della religione per coprire il massacro della povera Ipazia, la filosofa che fece gli studi sul cono e sappiamo che senza le conica non c'è la prospettiva La ruota con i suoi raggi non e' altro ché un cono ribaltato con i raggi che definiscono il vertice negli anni che Piero iniziò a produrre erano appena usciti gli scritti di Ipazia dal Vaticano.
Nella sala del camino un bel dipinto di Angiolo Tricca illustra la scuola di Piero della Francesca dove un Luca Pacioli attento ai dettami di Piero della Francesca, mentre tre giovinetti guardano attenti ma su una mensola proprio un po su della testa del monaco Pacioli un busto di una donna sembra prendere vita e fare una smorfia divertita vedendo un monaco imparare ciò che lei insegnava a prima di venir trucidata dai monaci ed è Ipazia che sembra prendere vita alle parole di Piero
dietro la bella e famosa "Resurrezione" di Piero della Francesca c'è un quadro del Pontormo dove in secondo piano un viandante che sembra andare di fretta su una strada indica il santo alla gogna con le mani bloccate quasi ad indicare che oramai siamo legati alla prospettiva ponendo la domanda se sia una gabbia per l'espressività dell'artista, e fino qui non fa una grinza a meno ché non guardiamo e vediamo un pescatore e questo già ci fa ricordare che Ipazia fu squartata con delle conchiglie e legato ad un albero un uomo o meglio parte di esso legato ad un albero un poveraccio squartato ed ancora vivo che sembra prendere il posto di Cristo.